Sguardo del mattino.
Respiri profondi, scanditi.
Se l'occhio vigile si perde
a correr dietro ai pensieri
emozionati di vita inaspettata,
il cuore accellera
amplificando la tensione
dei muscoli irriverenti.
Le riflessioni sembrano
mete lontane, sfuocate.
Il battito rallenta,
il respiro è di nuovo
cadenzato.
La voce è profonda,
ma fuori tutto è luce
e vita che richiama all'ordine.
Il docile e nostalgico abbraccio
della potenza di un atto
non compiuto,
limita e circoscrive
il pensiero come tale,
ancor prima che l'azione
diventi ordine compiuto.
Ci si arrende così,
svogliati e stanchi,
a questa semplicità mutevole
che incostante si adagia su di noi
appesantendo l'aria
di gravose assenze.
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