La paura che sgomenta
si sente incapace di far fluire
attraverso le parole che
prendono forma dalle dita,
qualcosa di mostruoso, rabbioso,
che con cattiveria, ira, rancore,
rimesta sentimenti che dovrebbero
essere schiacciati nel fondo del corpo,
resi poltiglia dalla determinazione,
disciolti nel mare dell' autocontrollo
e dell'immagine che è stata costruita dell'io.
Gli occhi si allagano e
soffocato il cuore contratto dal dolore,
ammaccato da parole che
lo descrivono come il più vile farabutto
violentatore di felicità e
assassino di spensieratezza
che da tutti sono agognate,
così come da pochi realmente vissute.
Immagine che appartiene,
ma non corrisponde al bordo di un'anima
lacera di inconsapevolezza.
La gola trattiene quel vociare improvviso,
disperato,
che neanche allora,
per un attimo
colma il vuoto di un'assenza
che punisce e priva.
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