Occhi,
smarriti,
che oltre me,
cercano qualcosa.
Il momento della fine,
sai che è giunto anche per te.
Stringi a tratti la mia mano,
mentre la voce,
fioca,
flebile,
non riesce a passare
attraverso le tue labbra.
La corsa nell’arrivo,
riverso su quel letto,
che ha già visto
onori e glorie,
ed ora,
anche il tuo tramonto.
Ti trascinano via,
sorretto da mani sconosciute,
per scuoterti da quel sonno
di veglia,
che sembra non volerti abbandonare.
Io rimango immobile tra quelle lenzuola,
che hanno visto la mia infanzia,
e ascolto i passi lenti,
che scompaiono,
inghiottiti dal loro stesso eco.
Una speranza rimane,
di vederti ancora,
tra quelle bianche lenzuola,
che al calare della luce,
tristemente,
abbandona anche il mio cuore.
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